In difesa del comunismo nella storia XX secolo by Giorgio Galli

In difesa del comunismo nella storia XX secolo by Giorgio Galli

autore:Giorgio Galli
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Comunismo
ISBN: 88-7953-071-2
editore: Kaos Edizioni
pubblicato: 2017-08-18T04:00:00+00:00


La “drôle de guerre”

L’inizio del conflitto, lungi dal potenziarli, porta alla completa scomparsa di ciò che resta dei partiti comunisti in Europa, a partire dal solo con importanza politica, quello francese. I comunisti italiani erano da tempo fuori legge; ora le loro organizzazioni clandestine sono state completamente distrutte dalla polizia fascista. Il loro leader, Palmiro Togliatti, è a Mosca con pochi compagni. Qualche altro è sparso fra la Tunisia e l' America settentrionale. Fuori legge anche i comunisti tedeschi, con l’attività clandestina resa impossibile: alcuni emigrati in Russia, sospettati di essere critici verso Stalin, vengono addirittura consegnati alla Gestapo. Ormai inesistenti anche i comunisti spagnoli, rappresentati da qualche superstite in Francia e in Russia. Altrove, in Europa, è il nulla.

Il solo partito comunista importante è quello francese. Dapprima, anche dopo il patto germano-sovietico, persiste sulla linea “antifascista”. Vota i crediti di guerra. I suoi militanti, a partire dal segretario, Maurice Thorez, rispondono all’ordine di mobilitazione e si presentano ai loro reparti militari. Poi, quando la Terza internazionale definisce la seconda guerra mondiale, come la prima, uno scontro tra imperialismi, la scena cambia. Il partito adotta la parola d’ordine del rifiuto della guerra imperialista, lo stesso Thorez diserta per raggiungere l’Urss. Come conseguenza il partito è messo fuori legge, la crisi di base è fortissima. Si arriverà al punto di chiedere l’autorizzazione a pubblicare il quotidiano “L’Humanité” all’autorità tedesca di occupazione, a Parigi (autorizzazione ovviamente negata), prima che l’aggressione nazista all’Urss trasformi il “partito dei disertori” in quello che verrà definito «il partito dei fucilati» per il grande contributo dato dai comunisti francesi alla Resistenza.

Sparito di fatto in Europa, il comunismo è del tutto inesistente su scala mondiale, salvo che per il nucleo armato attestato in Cina, con Mao Tse-tung, ai margini del Paese, nello Yenan, mentre il protagonista della guerra contro l’invasione giapponese è il generale anticomunista Chang Kai-shek.

Questa la situazione del comunismo quando in Occidente è in corso quella che verrà definita la «drôle de guerre», una guerra non combattuta, salvo che dall’Inghilterra sul mare grazie al primo lord dell’Ammiragliato, Winston Churchill, il nemico giurato e la “bestia nera” di Hitler.

Il führer era rimasto sorpreso dalla dichiarazione di guerra da parte di Francia e Inghilterra. Aveva egualmente rischiato la sua blitzkrieg, la “guerra lampo” contro la Polonia, liquidata in un mese dalla macchina bellica tedesca (intanto l’Urss ne acquisiva le regioni orientali), mentre solo un velo di poche divisioni proteggeva le frontiere occidentali da una Francia che ne schierava oltre cento, ma che non si mossero affatto.

Hitler ebbe dunque modo di convincersi che se Francia e Inghilterra gli avevano dichiarato guerra, non avevano però intenzione di farla sul serio. E lanciò una proposta di pace, il 6 ottobre 1939. Venne respinta, ma l’inattività degli Alleati sul fronte occidentale confermò la persuasione del führer di trovarsi di fronte a nazioni in decadenza, ormai incapaci di battersi. Da qui la decisione di prendere egli stesso l’iniziativa, di attaccare la Francia pur in pieno inverno (tra novembre e dicembre). Solo le obiezioni



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